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2020, le mie immagini preferite

Come da tradizione, anche quest’anno ho pensato di (ri)condividere e di raccontarvi le mie cinque foto preferite fra quelle pubblicate nel corso dell’anno precedente, il 2020.

Si è certamente trattato di un anno particolare, per alcuni molto difficile, ma opportunità e bellezza si nascondono in ogni tipo di situazione e una mente serena e ben disposta è sempre in grado di scorgerle attorno a sé.
In quest’ottica io vivo ed amo la fotografia, come un mezzo per immergermi nella natura e osservarla con un occhio più attento e consapevole, come una ricerca di serenità.
E mi piacerebbe stimolarvi a cercare sempre di lavorare per i vostri obiettivi e di rincorrere ciò che vi rende felici, anche e sopratutto nelle difficoltà.
Del resto cos’è la vita se non una costante ricerca di soluzioni ai problemi?
Dai più basilari ed istintivi, coma la sopravvivenza, - biologia ed evoluzione ce lo mostrano chiaramente - ai più complessi e inafferrabili, come quella ricerca della felicità che all’uomo moderno appare tanto difficile.

Ma torniamo alle immagini, scelte come sempre più in base all’emozione e all’esperienza vissuta che non alle qualità tecniche…


  • Il sentiero per il Gran Sasso

    Siamo nel Parco nazionale del Gran Sasso, al tramonto, dinnanzi ad un paesaggio vastissimo e meraviglioso, un susseguirsi di soffici curve e pendii disegnati dal sole con luci ed ombre in continuo mutamento, dominato in lontananza dal massiccio del Gran Sasso.
    E in primo piano un sentiero che in questo paesaggio si tuffa per svanire presto, lasciando a noi osservatori la scelta della destinazione da seguire certi che, comunque vada, la parte più bella è proprio il viaggio in sé stesso.
    A patto che, come diceva il Don Juan di Carlos Castaneda, si scelga un sentiero che abbia un cuore…

Il sentiero per il Gran Sasso - Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga


  • Il ricordo

    Avventurarsi nel bosco riveste sempre un fascino particolare e questo è ancor più vero in inverno, quando la neve e le nebbie lo abbracciano ammantandolo di rarefatta magia.
    Il silenzio ovattato, la suggestione di forme via via sempre più flebili che in lontananza si fanno solamente sussurri, lo sguardo invisibile dei suoi mille abitanti che ci studiano di nascosto, quasi a decidere se fidarsi o meno, se abituarsi o meno alla nostra presenza. E alcune foglie autunnali rimaste appese lì, stanche, a ricordarci delle stagioni passate e a prometterci quelle a venire.

Il ricordo - Parco naturale dei Monti Simbruini


  • Assorto

    Un degli animali simbolo del Parco d’Abruzzo, il camoscio appenninico è un di quegli incontri che, sebbene tutt’altro che rari in queste zone, mi restano sempre nel cuore.
    Sarà per la sua pazienza nel lasciarsi osservare, anche se a giusta distanza, o per la sua pelliccia folta; o ancora perchè vive lassù dove vorrei vivere io se ne fossi capace, o per la sua estrema agilità nello spostarsi in questi ambienti verticali e selvaggi. O semplicemente perchè, come gli dicono tutti, è il camoscio più bello del mondo!

Assorto - Camosci d’Abruzzo (Rupicapra pyrenaica ornata), Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise


  • Nel cuore della faggeta

    Non c’è molto che io possa dire su questa immagine…
    E’ tutto scritto lì, sulla tavolozza disegnata dalla Natura, che mentre cerca incessantemente le migliori soluzioni per preservare la vita, di tanto in tanto si concede il lusso di creare qualcosa di meraviglioso.
    Ed allora ecco che le foglie, prossime alla fine del loro ciclo vitale e con basse concentrazioni di clorofilla, lasciano che gli altri pigmenti prendano vita e colorino i boschi; e che le piante, per proteggersi e risparmiare energia nella stagione fredda, lascino cadere le foglie dando vita ad un soffice ed accogliente tappeto che a sua volta diverrà prezioso nutrimento; e che la luce, da cui tutto questo straordinario processo ha avuto inizio, si faccia calda e obliqua al punto giusto per regalare qua e là fiammate di colore.
    E’ la necessità che ai nostri occhi diviene meraviglia, è il ciclo della vita.

Nel cuore della faggeta - Faggeta vetusta del Monte Cimino


  • Lago Denza

    Questo piccolo ma splendido specchio d’acqua si trova a 2.314 m al cospetto delle imponenti cime del gruppo della Presanella, in Val di Sole, Trentino Alto Adige, poco oltre l’omonimo rifugio Stavel Denza.
    Sono rimasto qui solamente pochi minuti, di passaggio, ma è uno di quegli angoli di montagna che mi sono rimasti nel cuore e in cui vorrei certamente tornare per dedicargli il tempo e l’attenzione che merita.
    Sono rimasto colpito da come, pochi passi più in basso, la presenza dell’uomo fosse fin troppo massiccia, con la sua allegria, i suoi rumori e da come, poco più su, l’ambiente si facesse aspro, austero, impegnativo.
    Ma qui, equilibrio perfetto. Angolo dai silenzi accoglienti, oasi di vita al cospetto del mondo di roccia che, dall’alto, lo osserva e lo abbraccia.

Lago Denza - Trentino Alto Adige